Nel momento del bisogno, Tyalìs, Jorunn

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view post Posted on 14/11/2017, 17:49     +1   -1
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Figlio di Akatosh

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Tyalìs
Grazie alle parole di Saadia, la Nord poté finalmente ad aver un quadro più chiaro della situazione e anche a capire che la ragazza se l'era proprio cercata: aveva alzato la voce evidentemente senza un piano e senza nemmeno pensare troppo alle conseguenze, finendo col mettere in pericolo la sua stessa vita. Probabilmente se avesse dato origine a una guerra sanguinosa se la sarebbe cavata.
Non se la sentì però di darle del tutto torto, dato che su certi aspetti aveva ragione: parlare della questione con Jarl o guardie era del tutto inutile ed erano soprattutto le ultime a essere più “sensibili” nei confronti del denaro. Anche se il suo punto di vista rimaneva comunque troppo ingenuo.
-Fai bene a non fidarti di nessuno qui a Whiterun. Ma poi chi ti dice che anche io accetterò di aiutarti fino in fondo?- le chiese infatti, dato che era proprio la verità: alla fine lei non stava dalla parte di nessuno, ma avrebbe seguito solo la fazione che le avrebbe portato più vantaggi. Tuttavia Saadia fraintese il suo punto di vista, il che però non era necessariamente un male perché, se avesse deciso di tradirla, le sarebbe piaciuto molto vedere l'espressione che avrebbe assunto al momento della sua morte.
Non disse niente però, dato che per il momento sarebbe stata dalla parte di Saadia: ormai aveva tutte le informazioni che le servivano e per questo motivo decise che non valeva affatto la pena proseguire quel dialogo che stava diventando sempre più inutile, visto che era stato proprio detto tutto.
-Benissimo. Allora vado: tornerò quando la missione sarà compiuta- le promise ed era proprio quello che avrebbe fatto, anche se non sapeva ancora con che risultati. Si diresse verso la porta, pronta per andarsene, quando la straniera richiamò la sua attenzione costringendola a voltarsi di nuovo verso di lei. Inaspettatamente le chiese il suo nome, ma Tyalìs non era stupida come lei e per questo motivo non cadde nel “tranello”.
-Io sono la cacciatrice di ghiaccio- si presentò, per poi andarsene e lasciarla sola. Concentrata su ciò che doveva fare, Tyalìs scese le scale e, passando dalla dispensa, tornò al primo piano della locanda. Da qui uscì fuori e si diresse verso le prigioni.
 
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view post Posted on 14/11/2017, 22:23     +1   -1
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Jorunn Cuore d'Ebano
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La sera stava calando sul paesaggio dello spoglio feudo e le mura della città di Whiterun si facevano sempre più vicine man mano che gli zoccoli del cavallo, sul quale Jorunn stava in sella, solcavano la strada sterrata. La giovane guerriera aveva deciso di intraprendere quel lungo viaggio per poter riportare la sua armatura al suo vecchio splendore. Era stata danneggiata in seguito agli ultimi avvenimenti e lei non era in grado di poterla riparare, nonostante le sue conoscenze in materia. Inoltre, il fabbro di Markarth era troppo impegnato a causa della guerra civile per potersene occupare, per tanto aveva deciso che sarebbe andata da colui che veniva considerato il migliore tra i fabbri di tutta Skyrim, Eorlund Manto Grigio.
Non le importava quanto alto sarebbe stato il prezzo da pagare: aveva dei septim da parte e, chissà, avrebbe potuto guadagnarne altri vendendo qualche cianfrusaglia che poteva trovare in giro o andando a caccia e vendere le pelli che riusciva a ricavare. Tutto ciò che contava per lei era ridare dignità a quell'armatura che l'aveva protetta da tutto e da tutti. Ora la teneva in uno zaino agganciato alla sella, mentre sulle spalle ne teneva un altro in cui aveva posto i guanti e gli stivali e l'aveva sostituita con una corazza più leggera abbinati a dei pantaloni di stoffa pesante e degli stivali imbottiti che le davano un'aria più mascolina.
Giunta, finalmente, alle stalle della città, chiese un aiuto allo stalliere per scendere da cavallo. Purtroppo la ferita alla caviglia, benché rimarginata, le doleva se sforzata troppo e ciò era inevitabile dopo un tragitto così lungo e persino azzardato per i pericoli che avrebbe potuto incontrare. Staccò lo zaino con la pesante armatura dalla sella del suo Blacksilver e ringraziò l'uomo lasciandogli alcuni septim. Zoppicando un po' - e, quindi, inveendo contro chi lasciava in giro trappole per orsi -, si avviò verso il portone della città, il quale era sorvegliato da due guardie. Una di loro le domandò chi fosse e le si identificò aggiungendo che era lì per Eorlund. L'uomo in vesti gialle, colore della città, la guardò con la testa inclinata prima di lasciarla passare con un vago gesto della mano.

Gli edifici che le si presentarono davanti, erano totalmente diversi da quelli che era solita vedere a Markarth: fatte essenzialmente di legno e pietra, avevano un tetto alto e appuntito, spesso con delle teste di quello che sembrava un drago ai lati delle abitazioni. La prima cosa che fece, fu fermare un passante per chiedere indicazioni sulla mitica Forgia Celeste e, con l'adrenalina che le scorreva nelle vene, si avviò verso la strada mostrata. Sperò che non fosse troppo tardi per incontrare il fabbro, ma per fortuna lo trovò proprio lì, davanti a quella forgia più antica della città stessa, intento a battere il metallo incandescente su di un'incudine. Sentendo i passi di Jorunn, l'uomo spostò lo sguardo su di lei per poi riprendere quasi subito ciò che stava facendo.
- Buonasera. Non credo di averti mai vista da queste parti,- cominciò l'anziano.
- No, non sono di Whiterun,- sorrise la giovane lasciando gli zaini ai propri piedi.- Vengo da Markarth.
- Markarth?!- esclamò l'uomo, sorpreso,- Beh, non è certo dietro l'angolo. E, dimmi, cosa ti ha portato fin qui?
Jorunn aprì le due borse, mostrando il metallo nero che l'occhio esperto di Eorlund riconobbe subito essere ebano. Dalle labbra dell'anziano fabbro, uscì un'esclamazione di meraviglia.
- Sono un'avventuriera,- spiegò la ragazza,- e il metallo è stato danneggiato dopo alcuni... spiacevoli eventi. Io non sono in grado di riparare i danni e a Markarth sono troppo occupati con la guerra per potersene occupare. Speravo di poter ricevere il tuo aiuto,- concluse mentre tirava fuori i singoli pezzi per mostrare i solchi e i graffi che avevano sciupato l'ebano. Solo la spada che portava al fianco era a posto, magari un'affilata alla lama non le avrebbe fatto male. Fortunatamente, l'uomo sapeva come riaggiustare l'armatura della giovane e le assicurò di non doversi preoccupare, ma che gli sarebbe servito del tempo.
Ciò non procurava alcun problema a Jorunn, la quale si era aspettata di dover passare qualche giorno nella città. Avrebbe affittato una camera e ammazzato il tempo con qualche taglia facile facile o una passeggiata per le vie di Whiterun.

Edited by ~Sphynx - 15/11/2017, 19:51
 
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view post Posted on 24/11/2017, 20:46     +1   -1
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Prigioni di Dragonsreach - Whiterun



Guardia di Whiterun

Appena entrata nella prigione, Tyalìs trovò alla propria sinistra due guardie sedute ad un tavolo di legno, che parlavano animatamente sui fatti recentemente successi nella vicina cittadina di Helgen.

Sul tavolo c'erano una brocca, una coppa e un piatto di ottima fattura, più un libro dall'aria consunta, che ad un occhio attento era riconoscibile come il settimo volume de "Le canzoni di Pelinal".

Non appena i due soldati si accorsero della nuova arrivata, schizzarono in piedi e iniziarono a squadrarla da capo a piedi per capire chi fosse. Uno di loro le si avvicinò per parlarle:-Per quale motivo viene in un posto come questo, leggiadra donzella? Dovremmo forse arrestarla?
La sua battuta fece ridere e sogghignare il compagno, evidentemente entrambi avevano bevuto un po' di idromele di troppo.

Dalla porta aperta si scorgeva una cella chiusa dove un uomo redguard con il tipico vestiario dei mercenari di Hammerfell camminava nervosamente su e giù.
 
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view post Posted on 25/11/2017, 17:42     +1   -1
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Tyalìs
Fosse stata una forestiera, Tyalìs avrebbe dovuto persino chiedere in giro dove fossero le prigioni di Dragonsreach, ma per fortuna poteva dire di conoscere bene Whiterun e per questo non fu affatto un problema per lei raggiungere le prigioni.
Era comunque soddisfatta dell'andamento della missione in quanto, qualunque decisione avesse preso alla fine, alla fine ci avrebbe guadagnato in ogni caso. Si limitò dunque a uscire dalla locanda e a camminare verso la destinazione, ormai in parte rilassata: pensava infatti che quanto stava accadendo dimostrava che era in grado di cavarsela perfettamente da sola. Se infatti non fosse stato per la storia della Confraternita Oscura, non si sarebbe mai alleata con lei e per questo non si domandò nemmeno dove fosse finita o cosa stessa facendo, da spirito libero qual era.
Comunque non abbassò per niente la guardia, in quanto ebbe la sensazione che qualcuno la stesse seguendo e voltandosi vide una ragazza dai capelli neri e occhi rossi, che però ignorò in quanto poteva essere solo una sua impressione.
Arrivò dunque alle prigioni, anche se sapeva che entrarci non sarebbe stato affatto facile e per questo aveva valutato persino l'idea di intrufolarsi di notte salvo poi scartarla perché non aveva infatti tempo da perdere. Non appena mise piede nelle segrete venne infatti accolta da due guardie che evidentemente si stavano divertendo piuttosto che sorvegliare i prigionieri... quanto era caduta in basso la sorveglianza di Whiterun!
-Leggiadra donzella?- ripeté, anche se in realtà era parecchio irritata. Non sopportava che qualcuno le si rivolgesse con una simile confidenza, senza contare che lei era una cacciatrice. Non una di quella fanciulle che si potevano incontrare nel bazar della città -Io sono venuta qui per parlare con il Redguard. Mi risulta che sia stato arrestato- fece freddamente, non trovando affatto divertenti le battute dei due uomini, i quali tra l'altro puzzavano anche di idromele.
 
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view post Posted on 6/12/2017, 22:16     +1   -1
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Jorunn Cuore d'Ebano
Nord | Maga-Guerriera | Pietra della Torre
Una volta tornata nella strada dalla quale era risalita per raggiungere la Forgia Celeste, camminando si ritrovò nella piazza con l'albero al centro. Provò un senso di dispiacere nel vedere le sue condizioni. Era spoglio e, quelle poche foglie rimaste, erano tutte secche, così come il resto della pianta. Sembrava malato e forse era già troppo tardi per porre rimedio al suo stato di salute.
Jorunn non era mai stata a Whiterun prima d'ora e provò a immaginare come fosse stato quell'albero in passato: sicuramente, più maestoso e colorato di quanto lo fosse adesso e doveva essere un ottimo riparo dalla luce del sole in piena estate. Ora non poteva neanche più ospitare i nidi dei piccoli volatili che, un tempo, dovevano fare avanti e indietro per poter nutrire i loro piccoli.
Con la mente, vagò fra altri pensieri mentre si rimetteva sui propri passi per trovare La Giumenta Bardata. Aveva visto la locanda mentre si recava presso la prima destinazione e non fu difficile individuarla. Osservò l'insegna per qualche istante prima di posare la mano sulla porta ed entrare, fissando lo sguardo sul legno intarsiato su cui era disegnato un guerriero in sella al suo cavallo rampante, il cui muso era simbolo della città e dell'omonimo feudo.
Dentro faceva un caldo tremendo a causa delle tante persone al suo interno e, probabilmente, dal calore del fuoco proveniente dalle cucine. Camminò con nonchalance verso il bancone, dietro il quale una donna Nord stava sfregando un vecchio straccio sul legno per ripulirlo dai residui di cibo. Jorunn si sedette di fronte a lei, sfoggiando un sorriso amichevole. La donna, che si rivelò essere la proprietaria dal modo in cui diede alla ragazza il benvenuto nella "sua" locanda, la salutò in modo altrettanto gentile. La giovane guerriera ordinò qualcosa da mettere sotto i denti e un boccale di idromele che la Nord le portò quasi subito. Mentre attendeva la sua cena e sorseggiava l'alcolico ambrato, lo sguardo cadde su una bacheca posta sulla parete alla sua sinistra. Vi erano delle pergamene affisse, alcune riportavano dei ritratti con una breve didascalia sotto, altre il solo testo.
La mora si alzò per potere andare a leggere quelle che sembravano taglie, il boccale stretto fra le dita. Posò ancora le labbra sul bordo per prendere un sorso di idromele e lesse con interesse i dettagli. Alcune erano lavoretti piuttosto facili, ma la paga misera.
"Queste le lascio ai dilettanti."
Jorunn era sempre stata una ragazza ambiziosa, sempre alla ricerca di quell'eccitazione che le procurava brividi lungo la schiena quando partiva alla ricerca di preziosi manufatti o quando si scontrava contro guerrieri del suo livello.

Di tutte le taglie presenti, tre di queste stuzzicarono il suo interesse. Le ricompense erano allettanti e i ricercati sembravano, appunto, molto ricercati, chi da un feudo e chi da un altro. In una si dava la caccia a degli uomini che lei aveva visto proprio lì a Whiterun, dei Redguard.
"Se non se ne sono andati, non ho bisogno di scomodarmi per un altro viaggio."
Solo il fatto di aver attraversato mezza Skyrim per giungere fino a lì, era stato un traguardo fra una sosta e l'altra. "Ripartirò solo ad armatura pronta," si era detta la Nord che sperava di trovare qualcosa da fare nel feudo al centro della regione e quel qualcosa si trovava proprio sotto il suo naso.
- Ehi, ragazza!- chiamò la donna dietro al bancone rivolgendosi a Jorunn.
La guerriera si voltò e vide la Nord farle cenno di tornare dov'era seduta pochi minuti prima.
- La cena è servita.
Poco dopo, alle sue spalle, comparve una donna dalla pelle scura, con i capelli neri e corti che posò il piatto di carne e verdure fumanti davanti a lei. Jorunn la guardò per qualche istante prima di ringraziarla e cominciare a mangiare.
Anche lei era una Redguard, chissà se conosceva quelli descritti sulla taglia. Le informazioni su di loro non erano molte, pertanto, una volta terminata la cena, decise che avrebbe scambiato quattro parole con la donna. Mentre si gustava la cena, il cuore cominciò a scalpitare per l'adrenalina che le scorreva all'interno del corpo. Non le era mai capitato di trovarsi così vicina ad un obiettivo e anche importante.
Appena finito, pagò la proprietaria, aggiungendo ulteriori septim per affittare una stanza in cui dormire, poi tornò alla bacheca per staccare la taglia che l'aveva interessata. La rilesse ancora con attenzione e, col foglio tra le dita, Jorunn si diresse verso le cucine. La Redguard era indaffarata, ma la sua espressione... preoccupata. Che sapesse di quegli uomini? Beh, poteva. Chissà quante volte era passata dinanzi a quella bacheca! La guerriera si appoggiò con la spalla contro lo stipite dell'entrata e sventolò la pergamena, facendo rumore per attirare l'attenzione della ragazza.
- A quanto pare i tuoi amici sono nei guai.

Edited by Hjørdis5 - 13/3/2018, 11:16
 
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